Andare in pensione by Guido Sarchielli Franco Fraccaroli

Andare in pensione by Guido Sarchielli Franco Fraccaroli

autore:Guido, Sarchielli,Franco, Fraccaroli [Sarchielli, Guido Fraccaroli, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815320391
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


Le interazioni con persone appartenenti a gruppi sociali extralavorativi tendono a essere considerate come un possibile punto critico, almeno nella tradizionale visione del pensionato come «persona che vive ormai in solitudine e senza ruoli». Del resto, tale immagine di disinvestimento sociale è stata a lungo e fortemente contrastata dai gerontologi sociali che vedono invece nel mantenimento dell’integrazione sociale una componente importante dell’invecchiamento attivo e di successo (si veda in Zambianchi e Ricci Bitti [2012] una sintesi dei vari aspetti psicosociali dell’invecchiamento positivo, in parte ripresi nel cap. 5).

In realtà, Cornwell, Laumann e Schumm [2008] ci offrono informazioni più confortanti. Essi, utilizzando i dati di un’ampia indagine rappresentativa per gli USA su più di 3.000 persone tra 57 e 85 anni (NSHAP, National Social Life, Health, and Aging Project), approfondiscono vari aspetti della rete di relazioni delle persone considerata nelle sue dimensioni interpersonali (presenza di contatti diretti e ravvicinati con singoli, volume di scambi, vicinanza, densità e frequenza dei rapporti ecc.) e in quelle di integrazione sociale e nella comunità (frequenza dei rapporti con il vicinato, partecipazione religiosa, coinvolgimento nel volontariato ecc.). I dati emersi sono in controtendenza rispetto alla nozione comune di isolamento sociale degli anziani anche subito dopo l’età «canonica» di pensionamento. Infatti, il grado di connessione interpersonale risulta elevato: il network di relazioni più ristrette ed emotivamente più supportive è in media di 5 unità, con un lieve decremento solo dopo gli 80 anni quando tali network comprendono in prevalenza familiari e parenti. In generale, emerge un buon numero di contatti nel corso dell’anno (circa 200), con una frequenza notevole che assume un andamento curvilineo nel senso che i più «giovani anziani» e i più vecchi risultano usufruire di un numero un po’ più elevato di contatti. Il livello di connessione sociale è buono e tende addirittura a crescere con l’aumento dell’età mostrando una sistematica partecipazione agli scambi di vicinato, alle iniziative religiose e alle attività di volontariato anche oltre gli 80 anni (naturalmente a parità di condizioni di salute).

In sintesi, divenire sempre più consapevoli del valore di un appropriato network sociale anche in questa fase della carriera di una persona e darsi da fare per verificare (arricchire o sostituire) il sistema di relazioni di cui fa parte diviene importante per il successo del suo adattamento post-transizionale [Schlossberg 1981]. Infatti, esso continua a essere una fonte diretta di informazioni, di consigli, di sostegno emotivo e materiale, di solidarietà e di rinforzo del suo valore che ha effetti positivi per l’identità e per il benessere personale a breve e lungo termine. Negli ultimi anni, il sistema di relazioni sociali di cui fa parte una persona è valorizzato come una forma importante di reputazione che sostiene la persona anche nel suo impegno di gestire i vari cambiamenti legati alla carriera e rafforza in generale il suo livello di occupabilità [Adler e Kwon 2002] anche nel postritiro.



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